In situazioni di dissesto e predissesto finanziario in un Ente locale, il legislatore prevede un sistema di controlli, scadenze, adempimenti e divieti improntati a tutelare il bilancio in quanto bene pubblico. Si tratta di un impianto complesso, in entrambi i casi, che gli enti non sempre sono preparati ad affrontare: i termini e le scadenze sono quasi sempre di natura perentoria e il rischio di commettere delle imprecisioni ed errori può compromettere l’intero lavoro di risanamento.
Il dissesto e il predissesto, seppur siano conseguenze di una crisi finanziaria e abbiano un significativo impatto sociale negativo, possono rappresentare un’opportunità unica di rilancio per un comune: infatti, la predisposizione del bilancio stabilmente riequilibrato oppure di un piano di riequilibrio finanziario pluriennale, anziché come meri adempimenti normativi, possono essere colti come un’occasione imperdibile di autoanalisi per un ente, con lo scopo non solo di superare la crisi, ma di ottimizzare l’azione amministrativa, tecnica e contabile.
Nonostante la complessità della normativa, i serrati adempimenti, la scarsità di personale e di competenze specialistiche, gli enti locali possono invertire la rotta e ricostruire degli equilibri di bilancio solidi e sostenibili, ma soltanto avvalendosi di metodo, coordinamento, coinvolgimento delle persone e reale volontà di approfondire le cause che hanno portato allo squilibrio.