Come spesso sottolineato, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è un’occasione imperdibile di rilancio economico e sociale del nostro Paese. Un piano ambizioso che, grazie a ingenti risorse e importanti riforme, può segnare un cambio di passo per un’economia più forte e resiliente, che superi il divario nord-sud, per un futuro più sostenibile e una società più inclusiva.
Tra i finanziamenti previsti, una parte significativa è destinata a sostenere la realizzazione, la qualificazione o la ristrutturazione di moltissime opere pubbliche. Sotto questo punto di vista, PNRR non è differente da precedenti iniziative dell’Unione europea, seppur di minore entità. L’Europa, infatti, ha già finanziato la realizzazione di opere in Italia: questo ha però fatto emergere una criticità, ormai nota: la difficoltà della nostra Pubblica Amministrazione nello spendere ingenti risorse anche quando disponibili, principalmente a causa della burocrazia che rallenta gare e appalti.
Proprio nel tentativo di superare questa complessità, con il PNRR, l’UE ha introdotto modalità innovative nei rapporti finanziari con gli Stati membri: non più risorse anticipate per intero, e poi non monitorate o perse, ma un sistema legato alle performance, che prevede anticipazioni e trasferimenti di denaro a tranche, sulla base dello stato di avanzamento dei progetti da parte delle Amministrazioni pubbliche e il raggiungimento di milestone e target prestabiliti.
Proprio per rispettare le linee guida dell’Unione europea, il governo ha previsto lo sviluppo di un sistema informatico da parte del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, che fa capo al Ministero dell’economia e delle finanze (MEF). È nato così il ReGiS.
Il sistema informatico ReGiS è destinato alla rilevazione e diffusione dei dati di monitoraggio del PNRR, nonché a supportare gli adempimenti di rendicontazione e controllo previsti dalla normativa. Più precisamente, è la modalità unica attraverso cui le Amministrazioni coinvolte a livello centrale e territoriale possono adempiere agli obblighi di monitoraggio, rendicontazione e controllo delle misure e dei progetti finanziati dal Piano. Il portale è dedicato a due tipologie di attori: le Amministrazioni centrali titolari di misura, anche dette unità di missione, e i soggetti attuatori, ovvero gli Enti locali che hanno ricevuto finanziamenti.
Con cadenza mensile, entro il 10 del mese seguente al raggiungimento dei target attesi, i soggetti attuatori sono responsabili della corretta alimentazione di ReGiS con i dati di programmazione e realizzazione finanziaria, fisica e procedurale, relativi ai progetti di propria competenza, secondo il sistema di pre-validazione e successiva validazione delle Unità di Missione. La Ragioneria dello Stato ha fornito le linee guida sul monitoraggio e sulle procedure di controllo e rendicontazione mediante il sistema informativo ReGiS. Nei documenti sono in particolare delineate le responsabilità dei soggetti attuatori, ai quali è in carico il monitoraggio delle attività legate al Codice Unico di Progetto (CUP): questo è ciò che identifica univocamente il progetto legato ad una precisa linea di finanziamento e viene aperto dall’Amministrazione centrale titolare di misura.
Per ciascun CUP creato, i soggetti attuatori sono chiamati a monitorare su ReGiS sia gli aspetti legati all’esecuzione procedurale sia quelli legati alla realizzazione, compilando le tabelle già predisposte: più precisamente, devono alimentare la piattaforma con regolarità e continuità, fornendo molteplici informazioni, dagli elementi anagrafici e identificativi e di localizzazione del progetto alla pianificazione dei costi e delle relative voci di spesa, nonché ogni altro dato e informazione necessari per gli adempimenti previsti dalla normativa nazionale ed europea. I dati inseriti devono inoltre essere mensilmente pre-validati ed eventualmente corretti prima di trasmetterli alle Amministrazioni centrali per la validazione.
Come ha denunciato il Presidente dell’ANCI Antonio Decaro in una lettera inviata in aprile ai ministri per gli Affari europei e PNRR e dell’Economia e Finanze e al Ragioniere dello Stato, sono molti i limiti che il ReGiS sta imponendo all’attuazione dei progetti nei Comuni: dai malfunzionamenti informatici, ai continui aggiornamenti che disorientano gli addetti, fino al disallineamento tra la percentuale di risorse che gli Enti possono richiedere in anticipo e quella che devono garantire alle imprese. Anche se, per esempio, quest’ultima problematica è stata poi prontamente risolta, sussistono ancora delle criticità che rendono più complicato per i Comuni il rispetto degli adempimenti legati all’alimentazione del sistema.
Innanzitutto, non è stata indicata una figura o un ufficio designato alle attività di monitoraggio e rendicontazione all’interno delle Amministrazioni. Se da un lato questo ha garantito flessibilità nell’organizzazione del lavoro, dall’altro ha causato difficoltà nell’individuare il personale a cui far gestire questo delicatissimo processo: gli uffici tecnici incaricati di seguire, anche sul campo, le opere e i lavori pubblici non hanno né il tempo né la dimestichezza necessari per rispondere a questo tipo di adempimenti burocratici, ma allo stesso tempo manca l’organico che possa occuparsi di questa attività con l’attenzione che richiede e meriterebbe. C’è poi il tema della formazione: i Ministeri titolari delle misure l’hanno erogata in tempi giudicati eccessivamente rapidi dai Comuni, e questo ha fatto sì che perdesse di efficacia. Infine, come ha sottolineato Decaro nella sua lettera, per molte misure mancano ancora i manuali operativi, destinati ai soggetti attuatori, per l’inserimento dei dati su ReGiS.
Se alimentato correttamente e regolarmente, il ReGiS, nonostante le criticità, rappresenta un valido strumento per gli Enti. Come ha suggerito la stessa Ragioneria dello Stato, infatti, la piattaforma può essere utilizzata come sistema gestionale: permette insomma di avere sempre una visione complessiva dell’andamento delle opere di propria competenza grazie alle sue funzionalità di gestione e monitoraggio dei costi, dell’esecuzione dei lavori, delle scadenze. Queste ultime, in particolare, sono di fondamentale importanza per gli Enti: non solo averle sotto controllo consente di seguire con maggiore consapevolezza le varie fasi dell’opera, ma rispettarle significa poter richiedere i finanziamenti anticipati ed evitare esborsi eccessivi e non previsti dalle casse del Comune, scongiurando il rischio di “dissesto da PNRR”.
C’è poi il tema della trasparenza: avere a disposizione dati puntuali sullo status di avanzamento delle opere consente agli amministratori di condividere e comunicare alla cittadinanza i progressi e gli impatti delle attività in corso, evitando le speculazioni di cui troppo spesso gli Enti locali sono oggetto.
In Deda Value da 30 anni supportiamo le Amministrazioni nella gestione di attività regolate da normative complesse e in costante evoluzione, che richiedono personale altamente qualificato e costantemente aggiornato, esperto nell’interfacciarsi con gli interlocutori centrali. In questo contesto, dove è in gioco un’imperdibile occasione per tutto il Paese, siamo per vocazione al fianco della PA per contribuire a creare l’impatto sociale positivo su cui tanto è stato investito con il PNRR. Affianchiamo, con un supporto amministrativo e procedurale, gli Enti in difficoltà nell’adempimento degli obblighi legati al monitoraggio e alla rendicontazione finanziaria delle opere e liberiamo così tempo prezioso per i Comuni, così che possano seguire con maggiore attenzione la fase di attuazione dei progetti legati alle misure del Piano.
Un’attività di supporto al Responsabile Unico di Progetto (RUP) e agli uffici tecnici che non grava sulle casse dell’Ente: la normativa, dal Codice degli Appalti, alla giurisprudenza amministrativa, fino alla circolare del MEF n. 4/2022 e alle FAQ di Italia Domani, prevede infatti che questo servizio possa essere finanziato con risorse a valere sul PNRR, a condizione che venga rimodulato il quadro economico delle opere.